L’Assunzione della Beata Vergine Maria, 15 agosto, da sempre celebrata nella Santa Chiesa è la conclusione dell’itirenario terreno della Vergine ma è sopratutto l’inizio per Lei di una gloria senza fine in Cielo, alla destra del Padre insieme al suo Figlio divino.
L’Assunzione dimostra la Volntà del Padre che vuole le creature partecipi della sua gloria. Vuole che tutto il popolo goda in eterno della Sua benevolenza senza fine.
L’Assunzione di Maria Scuola francescana
Tra i figli di San Francesco appare in modo chiaro che la Madonna, identificata pienamente al Figlio è stata conforme a Lui anche nella morte.
San Bonaventura spiega che Cristo non concesse a sua Madre la grazia dell’immunità dalla morte, per cui “la Vergine ebbe la necessità di morire”, per due motivi:
- per la comune condanna che viene dal peccato originale, di cui la Vergine non fu esente;
- perchè se Maria fosse stata immortale questo l’avrebbe resa superiore al Figlio divino: Cristo stesso, sebbene non fosse soggetto al peccato, non fu esente dalla morte.
Il Beato Giovanni Duns Scoto, riflettendo sulla morte di Cristo, ritiene che non essendoci in Cristo ombra alcuna di peccato, la morte non può essere originata dal peccato, per cui Maria, pur essendo senza peccato ha subito anche Lei le conseguenze della morte, anche se questa morte, come per il Figlio, si risolse in “immediata risurezione”.
La “preredenzione” di Maria, quindi, pur rendendola ancor più simile al suo Figlio, lascia in lei intatta la natura umana e non la rende una creatura separata dal resto dell’umanità. La morte, secondo Scoto, era una possibilità insita nell’uomo prima del peccato, che divenne pena a causa del peccato. Laprima appartiene alla legge naturale, la seconda è la conseguenza della trasgressione. In ogni caso, seguendo l’insegnamento di Sant’Agostino e della Scrittura, Scoto ritiene che Cristo e Maria sono morti perchè la legge naturale non ammette eccezioni. Ma questa morte, per i Santi è in vista dell’espiazione dei loro peccati, per Gesù e per Maria fu in vista dell’acquisto di meriti per sè e per gli altri.
Cristo e Maria, dunque, sono associati nella predestinazione, nella concezione immacolata, nella vita terrena e anche nel destino finale.
Maria come Cristo non è stata esentata dalla morte
ma solo della corruzione
Nonostante la morte, San Bonaventura è assolutamnte certo che, come Dio preservò Maria dalla violazione del pudore e la conservò nell’integrità verginale nella concezione e nel parto, così non ha permesso che il suo corpo si corrompesse nel sepolcro, per cui fu risuscitata e assunta nella gloria.
L’esenzione di Maria dalla corruzione del sepolcro era “conveniente” per lo stretto rapporto che ebbe con Cristo, cioè per la profonda unione della carne della Madre con quella del Figlio. Ritorna così l’asserto: “la carne di Cristo è la carne di Maria”, poichè la carne dei figli deriva per natura da quella della loro madre. Questa incorruttibilità le deriva anzitutto dalla sua “pienezza di grazia”: come l’amabilissima Maria superò tutti i Santi nella grazia e nei meriti in terra, così li superò in quella della gloria e dei premi.