Un regalo dell’Immacolata – San Massimiliano Maria Kolbe

San Massimiliano Mara Kolbe (1864-1941) è stato giustamente definito “il Folle dell’Immacolata”. Il suo amore per all’Immacolata, infatti, lo aveva portato a costruire due Città dell’Immacolata, una in Polonia e una in Giappone, e a dar vita a molte opere tra cui la Milizia dell’Immacolata e numerose riviste mariane. Durante la Seconda Guerra Mondiale sembrò che tutto venisse distrutto: in Polonia la Gestapo entrava in azione operando rovine spaventose per uomini e cose, e anche gli 800 religiosi a Niepokalonów, la Città dell’Immacolata polacca, furono fatti allontanare, lasciandone solo una trentina, tra cui San Massimiliano. Il 19 settembre le guardie delle SS si presentarono a Niepokalonów, radunarono i religiosi rimasti e li portarono via su due camion. San Massimiliano, nonostante la sofferenza, era sempre sereno e fiducioso nella sua Mammina. Furono portati al campo di concentramento di Lamsdorf e poi in quello di Amtitz. Dopo un po’ di tempo vennero trasferiti anche nel campo di Ostrzeszów. Era il 9 novembre. Intanto si avvicinava la festa dell’Immacolata Concezione. I frati trovarono un po’ di creta e plasmarono una bella statuina dell’Immacolata, attorno alla quale si radunavano in commovente preghiera. Ed ecco che l’8 dicembre, giorno radioso per la grande festa dell’Immacolata, inspiegabilmente i frati vennero rimessi in libertà e potettero tornare al loro convento. Regalo dolce e materno della celeste Regina ai suoi figli più cari. San Massimiliano provvide, allora, all’assistenza dei rifugiati e dei soldati sbandati e feriti; poi riorganizzò anche l’attività di stampa, pubblicando l’ultimo numero del Cavaliere dell’Immacolata. Era l’8 dicembre 1940.

Proposito: Recitare la preghiera all’Immacolata Concezione di Maria

(dal Messalino “La mia Messa: La Messa di ogni giorno”, Anno X Vol. IV, Frigento (AV), Casa Mariana Editrice, 2016, cit., pp. 356-357)