Il 10 febbraio 1827 nasceva Anna Felice Viti, la futura Suor Maria Fortunata, oggi Beata. Era la terza di nove figli di una famiglia medio-borghese. Potevano essere felici, ma la febbre del gioco e del vino colpì il papà Luigi, che in breve tempo dilapidò il patrimonio familiare. La famiglia cadde in miseria. La mamma, donna di squisita sensibilità e profondamente religiosa, morendo di crepacuore a soli 36 anni, su letto di morte affidò i figli alla Santissima Trinità, di cui era molto devota. Anna Felice aveva 14 anni; su di lei cadde la responsabilità della casa e si trovò nella condizione di provvedere ai bisogni familiari. Ma seppe occuparsi con grande amore e dedizione alle faccende di casa e dell’educazione dei fratelli. Il padre, invece, rimasto stordito e apatico per la sciagura, lascò che la barca della famiglia andasse alla deriva. Nonostante ciò Anna Felice ebbe sempre verso di lui rispetto e amore. Così, un giorno, ad un fratello che protestava di non voler bene al padre perché aveva rovinato la famiglia, Anna Felice rispose con forza che in ogni caso bisognava osservare il Comandamento di Dio: “Onora il padre e la madre”. Come segno di rispetto e di amore tutto soprannaturale verso il padre, Anna Felice chiudeva ogni sera la giornata – secondo l’uso del tempo – chiedendo la benedizione e baciandogli la mano. In questa difficile prova dovette ingoiare molte lacrime amare e tante umiliazioni. Eppure alla morte del papà scriveva con carità e dolcezza: “Oggi, 22 marzo 11875, è morto il nostro carissimo padre, Luigi”. Grande fu l’amore di Anna Felice per l’osservanza dei Comandamenti, anche quando le costava tanto dolore e sacrificio.
Proposito: Compiere un atto di carità verso i propri genitori
(dal Messalino “La mia Messa: La Messa di ogni giorno”, Anno XII Vol. I, Frigento (AV), Casa Mariana Editrice, 2017, cit., pp. 227-228)