Quando Santa Veronica Giuliani (†1727), vergine Clarissa, venne eletta abbadessa e ricevette la consegna delle chiavi e del sigillo del monastero, andò in coro e, ai piedi dello stallo della superiora ordinò alla vicaria, la beata Florida Cevoili, che vi collocasse l’immagine della Madonna. Quindi, postasi in ginocchio, presentò a Lei le chiavi, le Regole e il sigillo, pregandola di voler assumere il governo del monastero; ogni sera, poi, prima di andare a letto non cessò di rinnovare a Lei la consegna delle chiavi. Santa Veronica considerava la Vergine Maria non solo come superiora, ma anche la procuratrice del monastero. Oltre alle abbondanti elemosine che le faceva piovere da ogni parte, la gran Regina del Cielo non di rado si degnò di aiutare la Santa perfino negli uffici più umili, che non tralasciò mai, nemmeno da abbadessa. Un giorno, mentre santa Veronica lavava i panni, le suore, osservando come in brevissimo tempo compiva un lavoro di pulizia così accurato e perfetto, si stupivano di tanta prodigiosa speditezza e la sentirono prorompere in questi espressioni: “Madonna Santissima, volete fare ogni cosa voi? E a me non volete lasciar fare niente!”. Allora compresero chi era Colei che l’aiutava nel suo lavoro.
Proposito: Svolgere ogni occupazione facendosi aiutare dalla Madonna, iniziandola e terminadola con un’Ave Maria o un’altra semplice invocazione.
(dal Messalino “La mia Messa: La Messa di ogni giorno”, Anno XI Vol. I, Frigento (AV), Casa Mariana Editrice, 2016, cit., pp. 449)