Fiecht, 1310

Questa settimana inizia luglio, il mese dedicato al Preziosissimo Sangue scaturito dal costato di Nostro Signore e presente nell’Eucarestia, giacché la Santa Messa è la santa riattualizzazione della passione, morte e resurrezione di Nostro Signore. Per l’occasione vi vogliamo presentare il miracolo accaduta nel paesino di San Georgenberg- Fiecht, nella valle dell’Inn nel XIV secolo che impedì, tra l’altro, la diffusione dell’eresia protestante.

Vicino all’altare laterale della chiesa monasteriale si trova una tavola documentaria che racconta: «Nell’anno di grazia del 1310, sotto l’abate Rupert, un sacerdote celebrava la Santa Messa in questa chiesa dedicata al Santo Martire Giorgio e al Santo Apostolo Giacomo. Dopo aver consacrato il vino, fu colto dal dubbio se sotto le specie del vino si trovasse veramente e realmente il Sangue di Cristo. E subito il vino si trasformò in rosso sangue che cominciò a ribollire nel calice fino a fuoriuscire da esso. L’abate e i suoi monaci, che si trovavano nel coro, e i numerosi pellegrini presenti alla celebrazione, si avvicinarono all’altare e constatarono quello che era successo. Il sacerdote, spaventato, non riuscì a bere tutto il Santo Sangue, così l’abate depositò il resto in un recipiente accanto al panno con cui si asciugava il calice, nel tabernacolo dell’altare maggiore. Appena si diffuse la notizia di questo miracoloso avvenimento, i pellegrini cominciarono ad affluire sempre più numerosi per adorare il Santo Sangue.

Tale era il numero dei devoti del Santo Sangue che nel 1472, il Vescovo Georg von Brixen mandò a San Georgenberg l’abate di Wilten, Johannes Lösch, e i signori parroci Sigmund Thaur e Kaspar di Absam, per analizzare meglio il fenomeno. In seguito a quest’inchiesta fu raccomandata l’adorazione del Santo Sangue e il Prodigio fu dichiarato autentico.

Fra i devoti spesso vi erano alti rappresentanti della Chiesa, come il Vescovo di Trieste Giovanni, il Vescovo di Brixen, George, l’Arcivescovo di Colonia e Duca di Baviera, Rupert, il Vescovo di Chiemsee, Federico, e tanti altri».

Nel 1480, dopo 170 anni, il Santo Sangue risultava ancora «fresco come se fosse uscito oggi da una ferita», scriveva il cronista dell’epoca e ancora oggi si conserva intatto ed è contenuto in un reliquiario che si trova nel Monastero di San Georgenberg.

Una seconda tavola documentaria racconta come la Reliquia del Santo Sangue aiutò a  conservare il credo cattolico durante lo scisma protestante: «Quando, verso il 1593, i dogmi di Lutero si diffondevano dappertutto nel Tirolo, i monaci di San Georgenberg furono pregati di predicare ovunque il credo. L’abate Michael Geisser predicava con grande successo davanti a una grande folla nella chiesa parrocchiale di Schwaz e non esitava a riferire il Santo Miracolo  del Sangue, come prova dell’esistenza della reale presenza di Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento dell’altare. Contestava in modo così convincente che gli avversari si videro obbligati ad abbandonare il campo. Questa vittoria completa sul credo erroneo era vista dai credenti come una grazia speciale che il Signore concedeva ai suoi fedeli, adoratori del Prezioso Sangue».