Nel corso dell’anno liturgico la Chiesa “venera con speciale amore la Beata Maria, Madre di Dio, congiunta indissolubilmente con l’opera salvifica del Figlio suo; in Maria ammira ed esalta il frutto più eccelso della Redenzione, e contempla con gioia, come in una immagine purissima, ciò che essa tutta desidera e spera di essere” (Conc. Vat. II).
Il Tempo di Natale è una prolungata memoria della Vergine Madre, che diede al mondo il Salvatore. Celebrando la Benedetta fra tutte le donne, la liturgia riferisce la benedizione che i sacerdoti davano all’antico popolo do Dio non solo come auspicio, ma come certezza del favore del Signore (I Lettura), che per Maria, Immacolata e piena di grazia, raggiunse vertici sublimi.
La Madre di Gesù è ricordata anche da San Paolo (II Lettura) come colei che nella pienezza del tempo, cioè nel tempo stabilito, rese possibile la venuta sulla terra del Figlio di Dio, che riscattandoci dal peccato, faceva di noi i figli del Padre celeste, autorizzandoci a invocarlo come egli stesso lo invocava.
Il brano evangelico ripropone un particolare evento del Natale, quando i pastori trovano e riconobbero Gesù tra le braccia di Maria. Nel rito ebraico della circoncisione, un neonato, introdotto nell’alleanza del suo popolo con Dio, riceveva anche il nome. Gesù, in ebraico, significa “Dio salva”; questo nome, designato dal cielo, esprimeva la missione di Cristo: “egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1,21). A questa missione Maria continua a collaborare con funzione materna e particolarmente efficace.