San Teofane Vènard (†1861), sacerdote della Società per le Missioni Estere di Parigi morto martire nel Vietnam dopo sei anni di ministero clandestino, si distinse per un tenerissimo amore alla Madonna. Si legge nei suoi scritti: “Oh, che bella cosa riposare il capo in grembo di una Madre. E quando questa Madre è l’ottima e amorissima Madre delle madri, Maria, diciamo ancora una volta, che bella cosa riposare sul suo Cuore!“. Questo Santo martire sembrava gustare tutta la dolcezza della devozione a Maria Santissima soprattutto quando recita il Santo Rosario. Il 30 novembre 1860 venne catturato e al termine del suo processo, essendosi negato di rinnegare la Fede, fu condannato alla decapitazione. Da allora visse impregionato in un gabbia fino al 2 febbraio 1861, giorno in cui la condanna fu eseguita. In questi lunghi mesi di prigionia si consolava con il rosario che portava al colla, cantando antifone mariane e di sera, quando gli permettevano di uscire un po’ dalla gabbia, ne approfittava per recitare nuovamente il suo Rosario. I testi oculari depongono che tutti si meravigliavano nel vederlo andare e venire silenzioso, senza ansietà o timore. Anche le catene non facevo quasi rumore! Un mese prima della morte scrisse all’amico Theurel: “Ho la spada sospesa sul capo, ma non sento i brividi… Quando la mia testa cadrà sotto la scure del carnefice, o Madre Immacolata, ricevete il vostro piccolo servo, come il grappolo di uva matura, caduta sotto il taglio del vendemmiatore, come la rosa sbocciata in vostro onore. “Ave Maria”, la saluterò, anche da parte vostra <<Ave Maria>>“.
Proposito: recitare dodici Ave Maria in onore del Cuore Immacolato di Maria, nostra Madre e Regina.
(dal Messalino “La mia Messa: La Messa di ogni giorno”, Anno XI Vol. I, Frigento (AV), Casa Mariana Editrice, 2016, cit., pp. 116-117)