Il miracolo che vogliamo farvi conoscere questa settimana è accaduto il 26 gennaio del 1902, nella chiesa parrocchiale della città di Saint-André, nell’isola de La Réunion.
L’Abate Lacombe racconta: «Era il 26 gennaio del 1902. Era per noi la festa dell’adorazione perpetua (le Quaranta ore). Il Santissimo Sacramento era stato lasciato esposto nel tabernacolo. Cominciai la Messa. Dopo l’elevazione, al momento del Padre Nostro, i miei occhi si sollevarono verso l’Ostia e vidi un’aureola luminosa intorno ai raggi dell’Ostensorio. Continuai la recita delle preghiere della Messa, con un forte turbamento nell’anima che però cercai di dominare. Arrivammo al momento della Comunione e di nuovo guardai verso l’Ostensorio. Stavolta vidi nell’Ostia un volto umano, con gli occhi abbassati, e una corona di spine sulla fronte. Quello che più mi commosse fu l’espressione dolorosa dipinta nel volto. Le ciglia degli occhi erano lunghe e fitte. Cercai di non farmi accorgere dai presenti del subbuglio che si agitava dentro di me e terminata la celebrazione mi recai in sacrestia, chiamai subito i ragazzi più grandi del coro e gli ordinai di recarsi presso l’altare ad osservare attentamente l’Ostensorio. I ragazzi tornarono di corsa e mi dissero: “Padre mio, vediamo la testa di un uomo nell’Ostia. È il buon Dio che si mostra!” Capii allora che la visione era autentica. Arrivò anche un ragazzo di sedici anni, Adam de Villiers, che aveva studiato presso un collegio in Francia. Gli dissi anche a lui: “Entrate anche voi in chiesa e guardate se vedete qualche cosa di straordinario nel tabernacolo”. Il giovane studente si diresse nel Santuario e ritornò immediatamente dicendomi: “Padre, è il buon Dio che appare nell’Ostia, vedo il suo viso divino”. Da quel momento scomparvero tutti i miei dubbi. Man mano tutto il paese a ondate si riversò in chiesa per vedere il Miracolo. Arrivarono anche dei giornalisti, e gente dalla capitale Saint Denis. Il volto nell’Ostia improvvisamente si animò, la corona di spine era sparita. Usai tutte le precauzioni possibili e temendo l’effetto di qualche riflesso di luce, feci spegnere tutti i ceri e chiudere le imposte. Il fenomeno apparve ancora più nitido. Anzi, nell’oscurità i tratti di quel volto emanavano veri bagliori. Tra i visitatori c’era anche una giovane pittrice che riprodusse fedelmente il volto apparso nell’Ostia. Alcuni dei visitatori portarono anche delle lenti d’ingrandimento, ma non ci fu bisogno di usarle. Più tardi la visione cambiò ancora e nell’Ostia apparve un crocifisso che copriva tutta l’Ostia, dall’alto in basso. Dopo la benedizione eucaristica e la recita del Tantum Ergo la visione scomparve».